3.12.2012

SAATI, l'azienda dove si assumono i cinquantenni

alberto novarese
 
Il presidente Alberto Novarese: "Per noi un valore aggiunto"


Nei giorni scorsi a premiare la Saati per la continuità d'impresa, miglior azienda in tutta la Lombardia, è stata la Camera di Commercio di Milano


Miracolo alla Saati, dove in un periodo in cui la parola d’ordine è rottamare, sdoganata dalla politica e mutuata dall’economia, l’azienda non si fa problemi ad assumere i cinquantenni, con i capelli bianchi ma con esperienza da vendere. «Un’azienda è un mix di tante cose – spiega il presidente, Alberto Novaresi – rottamare e basta non serve a niente, occorre un obiettivo e la capacità di far convivere lavoratori con età diverse può essere un grande valore aggiunto».

Quasi un ossimoro in una multinazionale all’avanguardia, con oltre 800 dipendenti al lavoro nei tre continenti e produzione che spazia dalla serigrafia ai tessuti tecnici, dal carbonio alle fibre per filtrazione utilizzate nelle automobili, fino ai giubbetti antiproiettile e le componenti per I-Phone e I-Touch. «Noi investiamo l’1,5% del nostro fatturato in ricerca e sviluppo – prosegue il presidente – e occupiamo molti giovani di altissima specializzazione in Italia ma anche in Cina e in India. Solo ci siamo accorti che in certi ruoli è meglio privilegiare l’esperienza, una dote che si matura in anni di lavoro e che la formazione da sola non può dare».

Un po’ come l’Inter del triplete, che si allena a un tiro di schioppo da qui e di cui Novaresi, che è stato anche vicino di casa di mister Mourinho, è tifosissimo. «Una squadra ha bisogno di senatori che vanno motivati e di giovani che hanno voglia d’imparare – sorride –. Alla Saati abbiamo cercato di fare lo stesso, non solo per i manager ma anche in produzione». Così in un periodo di crisi nera anche sul Lario l’azienda di Appiano è diventata la ciambella di salvataggio per diversi lavoratori che, licenziati da altre realtà produttive, si sono reinventati qui.

«Le nostre radici sono qui, la nostra testa e il nostro business sono proiettati nel mondo. Abbiamo più di 800 dipendenti e la lingua dell’azienda è l’inglese, non per un vezzo ma perché quando facciamo le riunioni, collegati con le filiali in Usa, Cina e India ci serve una lingua comune con cui comunicare». Un’eccellenza tutta italiana giunta alla terza generazione, tanto che nei giorni scorsi a premiare la Saati per la continuità d’impresa, miglior azienda in tutta la Lombardia, è stata la Camera di Commercio di Milano.

«Ha iniziato mio nonno, Italo Ogliaro, con la produzione di burrati di seta per setacciare la farina, poi siamo passati alla serigrafia, i paracadute ed evolvendoci continuamente siamo diventati quello che siamo oggi». La seconda azienda al mondo per la produzione di tessuti di precisione, con oltre il 90% della produzione venduto all’estero, in oltre 85 Paesi. Probabilmente ognuno di noi ha in tasca o in auto qualcosa che è stato filato dalle centinaia di telai che tessono notte e giorno, qui ad Appiano come nelle altre sedi produttive dell’azienda.

«Da mio nonno e mio padre ho imparato che un’azienda è come un organismo vivente. La facciamo crescere ma poi la affidiamo ad altri e per farlo al meglio occorre saper selezionare le persone con cui collaborare. Per farlo qui alla Saati non abbiamo mai avuto bisogno di basarci sulla carta d’identità». Rottamati ed esodati d’Italia ringraziano. di Roberto Canali 

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