1.04.2006

LA STAMPA A CALDO (2)

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LA STAMPA A CALDO (2)
Vista da uno stampatore che la utilizza per i propri lavori: la Special Print di Monza. Abbiamo incontrato il Signor Claudio Parietti Direttore Commerciale del Gruppo Litover del quale fa parte la Special Print.

Signor Parietti, abbiamo recentemente affrontato, incontrando la Oro Press distributrice di là mine, una prima serie di aspetti tecnici relativi alla stampa a caldo. Con lei ci piacerebbe invece parlare di quali sono le aziende che ricorrono a questa tecnologia per utilizzi come la realizzazione di materiale pubblicitario, di etichette ecc. e della situazione e le prospettive di mercato.
"Volentieri, naturalmente potrò, unicamente, limitarmi a parlare di quelle che sono le nostre conoscenze. Come vi è stato detto, alla tecnologia della stampa a caldo ricorrono aziende e mercati diversi, da quello dell'editoria a quello della cartotecnica, da quello della pelletteria a quello degli articoli di profumeria, ecc.
Mi riferirò, quindi, al mercato che coinvolge il nostro Gruppo, quello cioè degli articoli grafici ed a quello della cartotecnica. Più specificamente potrei indicare, per il mercato grafico-editoriale, la realizzazione di copertine di riviste, di sovraccoperte di libri o, allargandoci ad un discorso più commerciale, posso indicare stampati pubblicitari di ogni tipo, brochure ed, infine, il mercato dell'etichetta. Il Mercato della cartotecnica si rivolge principalmente ad ogni tipo di confezione sia che ci si riferisca a prodotti alimentari, panettoni, per esempio, sia a prodotti della cosmetica. L'etichetta realizzata in oro a caldo viene, invece, frequentemente utilizzata per il mercato della birra, per certi vini come lo champagne, per esempio.
La stampa oro viene spesso utilizzata anche per la realizzazione di carte particolari come quelle per avvolgere dolciumi, degli incarti per il cioccolato, ecc."
Per ognuno dei settori che ha citato, ci sono esigenze specifiche nello sviluppo della tecnica della stampa a caldo?
No, occorre unicamente tener presente che, per ognuno dei settori che ho citato, si ricorre, in linea di massima, a supporti specifici che possono essere, per esempio, il cartone per le confezioni, la carta leggera per le etichette nei confronti delle quali ormai i processi sono ben noti a tutti gli stampatori.

Occorre, per contro, prestare la massima attenzione a lavorazioni particolari ai quali la stampa può essere stata sottoposta, parlo di verniciature, plastificazioni, inchiostri speciali, nella capacità  di presa del foil, ecc. Situazioni che, pur non modificando, di base, la tecnica della stampa a caldo non vanno in alcun modo trascurate. Secondo me, continua Parietti, la strada giusta è dare sempre importanza ad un dialogo col cliente per uno scambio di informazioni relativo al materiale che dovrà  esserci consegnato per la lavorazione. Questo ci permetterà , per esempio, di stabilire se ci saranno consegnati supporti laminati (che devono essere stati preparati attraverso o un trattamento "chimico", o un trattamento "corona") o di impostare l'impaginazione del lavoro che ci sarà  consegnato a rispetto di una corretta posizione della grafica nei confronti delle pinze delle nostre macchine o, ancora, di stabilire una precisa grammatura della carta subordinatamente alle aree da coprire con le nostre lavorazioni, ecc.
Per quanto ci riguarda posso dire che il nostro gruppo ha, peraltro, il vantaggio di poter calibrare "in proprio" molte delle lavorazioni che spesso precedono o seguono la stampa oro a caldo, si tratta, infatti, di operazioni che, quasi sempre, ci sono commissionate in modo completo, nel complesso dei vari trattamenti previsti dal lavoro."

Abbiamo accennato a lavorazioni particolari. La plastificazione di un lavoro deve, per esempio, essere realizzata prima o dopo la stampa a caldo?
"Dipende dal lavoro, a seconda dei casi, infatti, il passaggio della stampa a caldo può (ma sarebbe dire "deve") essere realizzato prima o dopo la plastificazione. Un esempio: una plastificazione opaca posta sopra un lavoro realizzato in oro a caldo andrà  evitata in quanto lo renderà  opaca mentre potrà , per contro, proteggerla da graffi o altro."

Prima di procedere alla stampa a caldo, occorre far caso agli inchiostri e le vernici utilizzati nella realizzazione dello stampato?
"Certamente, anche se in modo inferiore al passato. Comunque occorrerà  far sempre attenzione a stampati per i quali sono stati utilizzate vernici UV o da sovrastampa a finire che per la presenza di cere o siliconi rendono difficile o impossibile l'applicazione a caldo. Va considerato che sul mercato esistono da qualche tempo vernici cosiddette "sovrastampabili", però non facilmente lavorabili, precisa Parietti.
Questo passaggio mi permette di tornare ad un suggerimento che ho già  dato: per evitare ogni tipo di problema, occorre dialogare sempre col cliente e stabilire, o suggerire, come realizzare le lavorazioni precedenti la stampa a caldo.

Ci sono superfici difficilmente lavorabili con la stampa a caldo?
"Limitatamente ai settori ai quali si rivolge il nostro gruppo, parliamo quindi di carta, cartoni o supporti sintetici, la risposta e no, pur dovendo osservare con la massima attenzione per esempio, le caratteristiche della carta ( se è patinata o meno, la sua assorbenza, e se il piano che riceverà  la stampa è perfettamente liscio e planare) caratteristiche alle quali occorre subordinare il foil.
Il trasporto della lamina è comunque molto più facile nel caso del trasporto di tinte classiche come l'oro e l'argento.Per contro, nel caso di lamine con colorazioni particolari cromatiche o fondi particolari, la cui applicazione può necessitare di maggiori attenzioni, è spesso suggeribile subordinarci ai suggerimenti del produttore della lamina e del realizzatore del clichà©".

Signor Parietti, ci sono molte aziende in grado di proporre al Mercato lavorazioni di stampa a caldo?
"Non molte, specie se parliamo di aziende che possono offrire un servizio completo di "Nobilitazione dello stampato". Esistono poi stampatori in grado di proporre solo stampa a caldo, ma non gli altri servizi, o viceversa. Conseguentemente le aziende clienti, considerando che si tratta di operazioni quasi sempre affiancate, preferiscono ricorrere ad un unico complesso. Non si può, comunque, escludere, che anche le piccole aziende o se, si vuole anche piccolissime - anche da sottoscala come si usa dire - in grado di proporre la sola stampa a caldo riescano ad entrare in particolari spicchi di mercato o per la realizzazione di lavori per "conto terzi"."
Ci sono poi stampatori specializzati, per esempio nel settore dolciario che hanno al proprio interno anche la possibilità  di realizzare stampa a caldo."

Quelle che ci sono, sono sufficienti a coprire le esigenze dei vari mercati?
"Da un punto di vista quantitativo, di volumi di lavoro, non dovrebbero esserci problemi. Le esigenze dei vari mercati richiedono, però, tempi sempre più stretti. Aziende come la nostra possono affrontare con facilità  le nuove situazioni, grazie alla loro capacità  di effettuare più lavorazioni ( plastificazione, verniciatura UV, serigrafia e stampa a caldo) e in più di gestire la presa e la consegna delle merci in modo da dare risposte complete in tempi rapidi.

Signor Parietti, per concludere, ci dice se esiste "un qualcosa" che possa sostituire, o essere paragonabile, gli effetti ottenibili dalla stampa a caldo?
"Assolutamente no, specie se consideriamo l'alta varietà  di colori ed effetti della stampa a caldo".

Nino Fichera

Per maggiori dettagli: Special Print srl - Via Val d'ossola 3 -20052 Monza - E-mail: info@special-print.it - www.litover.it - tel.0392148328 - fax0392146119

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