5.11.2005

LA SERIGRAFIA E LA STAMPA DIGITALE

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LA SERIGRAFIA E LA STAMPA DIGITALE
Veloci considerazioni sull'importanza di una tecnologia antica ed una moderna, affiancate
A cura di Nino Fichera
Quelli che fanno parte della categoria di "quelli di una certa età ", quando, non molti anni fa, dieci, quindici, ma non di più, incontrando un serigrafo erano certi di trovarsi di fronte un artigiano, abile, attivo ed innamorato del proprio lavoro. Un lavoro di fatto di sensibilità , tecnica, di odore e macchie di inchiostro.
Pochi di quegli "stampatori" erano in grado di parlare di computer, programmi, di stampa digitale. Nei loro stabilimenti non si parlava che di telai, di tessuto, maglie, ecc.
Incontrandone qualcuno, magari con speciali propensioni nei confronti del futuro, avremmo potuto trovare nei suoi uffici, al massimo, qualcuna di quelle piccole stampanti digitali, le stesse che, oggi, le aziende hanno oggi sistemato nelle proprie anticamere, come in un museo, a fianco di quei bei torchi da stampa neri con rifiniture in ottone, sotto la fotografia di com'era l'azienda cinquant'anni prima.
Oggi anche il semplice dialogare con un serigrafo è diverso. Certo, si può iniziare anche parlando di serigrafia, una cosa è però sicura: prima o dopo, lo svolgimento del nostro incontro ci porterebbe, comunque, e in modo quasi automatico, verso la stampa digitale e le macchine per la stampa digitale.
L'evoluzione è sempre al nostro fianco
Tutto ciò che ci circonda è evoluzione, in continua evoluzione, anche se ci accorgiamo di una certa trasformazione solamente a fatto compiuto o per coinvolgimenti diretti. Difficilmente riusciamo a percepirne i singoli passaggi.
Quello che stiamo vivendo, nel campo della comunicazione ed, in particolare della comunicazione che utilizza la stampa, è un momento storico affiancabile solo a pochi altri momenti di questo settore. Dall'invenzione della scrittura (3.000 a.C.) ai primi esperimenti di stampa (Cina primo secolo d.C.), alla stampa a caratteri mobili (Gutenberg 15° secolo), ecc.Momenti che, com'è noto, i più hanno solamente percepito nella sua immagine conclusiva.
A molti tutto questo può sembrare facile "arte del dire", ma proviamo a rifletterci bene: quanti di noi non hanno fra le loro conoscenze, quello stampatore che, fino a ieri vantava le qualità  e le possibilità  "uniche" della serigrafia e che oggi sappiamo destreggiarsi con abilità  davanti la tastiera di un computer, utilizzare opportunamente un programma, parlare con competenza di RIP, di getto d'inchiostro, di sistemi elettrostatici, di computer to screen o, cosa più importante, utilizzare un flat-bad con profitto a fianco delle sua macchina da stampa serigrafica? Anche questa, non c'è dubbio, à© evoluzione, l'evoluzione di una specie, di una classe: quella, in questo caso, dei serigrafi.
La serigrafia sta, quindi, morendo, per lasciare il passo a tecnologie più moderne?
Togliamo la tinta gialla con cui è stata realizzato il titolo di questo paragrafo e cerchiamo di capire il perchà© della domanda che, a questo punto, sorge spontanea: che fine sta facendo la serigrafia? Non abbiamo la pretesa di dare in queste poche righe una risposta dettagliata, peraltro non ne saremmo neanche in grado. L'unica cosa che possiamo fare è esprimere per l'ennesima volta il nostro pensiero al riguardo: la Serigrafia non morirà  di morte propria, farà  la fine che i serigrafi stessi vogliono farle fare.
Certo, lo sappiamo ormai tutti, lo abbiamo visto, il futuro della stampa e più precisamente della stampa utilizzata dalla comunicazione pubblicitaria ha un nome preciso: stampa digitale in una delle sue parecchie forme, di conseguenza, e il serigrafo intraprendente lo ha già  compreso da un da tempo, la strada giusta è quella che porta ad affiancare la serigrafia alle tecnologie digitali allo scopo di rendere complementari le due tecnologie, l'una con l' altra. Il serigrafo intraprendente ha già  capito, per esempio, che con il digitale può abbellire e completare i lavori serigrafici con perfette immagini a mezza tinta ad alta definizione, ridurre i costi di avviamento, produrre prove di stampa per i clienti, contenere le tirature anche ad un solo esemplare, ecc. o abbellire ed impreziosire i lavori "digitali" con verniciature di riserva, effetti glitter, gratta o profuma e con fondi e forze di colore che nessun'altra tecnologia è in grado di raggiungere, almeno per oggi.
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ALCUNE ESPERIENZE DI SERIGRAFI CHE HANNO AFFIANCATO IL DIGITALE
La Nuova Algis di Genova che utilizza dal 2002 una macchina digitale a trasferimento termico. Abbiamo incontrato Mauro Ispulla, uno dei due titolari col fratello Valter. Signor Ispulla, una macchina per la stampa digitale in un mondo nato col marchio della serigrafia. Cosa è successo? "La risposta è abbastanza semplice, Un po' perchà© il mercato, in un certo senso, ce lo richiedeva e un po' perchà© noi stessi da qualche tempo ne sentivamo l'esigenza. Di conseguenza, abbiamo deciso, pochi anni fa, di adeguarci ai nuovi bisogni di alcuni nostri clienti che, oltre ai grandi quantitativi affrontabili con la stampa serigrafica, cominciavano a richiedere un servizio che prevedesse quantitativi più ridotti. La risposta era certamente nella stampa digitale. Contavamo anche su questa nuova macchina per le possibili aperture, in un concetto di service, nei confronti di agenzie di pubblicità , di standisti, di insegnisti, ecc. Sta di fatto che la cosa non ci dispiaceva ed abbiamo cominciato a guardarci attorno ascoltando pareri e visitando fiere. Date le caratteristiche del nostro lavoro, ci siamo orientati verso con una tecnologia chiamata "trasferimento termico, una tecnologia utilizzata dalla Sprinter , una quattro colori che, per certe caratteristiche come il formato stampa di 102 cm, la risoluzione di 400 dpi, la velocità  di stampa di 60 mq ora e, molto importante, la durata del prodotto, in una esposizione anche esterna, attorno ai cinque anni senza alcuna protezione anti UV. La Sprinter della Nuova Algis è completata da una serie di optional come il sistema Mattan per il raffreddamento ad acqua automatico delle teste che assicura loro una temperatura costante e da un RIP esterno al computer della macchina.
La Serigrafia 76 di Montecchio Emilia. Quando e perchà© avete affiancato il digitale alla serigrafia? Lo abbiamo chiesto ai signori Giancarlo Mammi e Jones Boniburini titolari dell'azienda, un'azienda che produce decalcomanie per mercati industriali quali macchine movimento terra, telender, caschi, carrelli elevatori, camper, etc
"Sono ormai diversi anni che utilizziamo la stampa digitale a fianco della serigrafia. L'inizio va certamente individuato nell'esigenza di dover affrontare una serie di problematiche comuni a tutto il mondo della stampa, la presentazione di campionature dei vari lavori.
Il digitale ci è venuto incontro, nella soluzione di questi problemi, con la duttilità  che è classica di questi sistemi. Infatti, se tutto questo prima veniva fatto sopportando costi non indifferenti, con impianti serigrafici suscettibili di rifacimento ogni qualvolta il cliente non approvava un qualsiasi particolare del lavoro.
Il sistema di cui ci siamo attrezzati (Gerber Edge) assicura, inoltre, grazie alla specifica tecnica del trasferimento termico, una qualità  molto vicina a quella della serigrafia sia sotto l'aspetto della grafica che del materiale che può essere lo stesso che successivamente verrà  utilizzato nella produzione serigrafica.
Queste prime esperienze ci hanno, successivamente, portati verso uno dei pregi maggiori del digitale: il mercato "pochi pezzi" che è poi anche la famosa "goccia che ha fatto traboccare il vaso" nella nostra decisione verso il digitale. Un mercato che tende sempre più a rinnovare il messaggio, di localizzarlo, personalizzarlo con frequenze molte più ravvicinate di quanto si facesse qualche anno fa. Diventa quindi economicamente negativo fare grandi tirature."
La Serinord di Piacenza un'azienda, nata nel 1994, dopo molti anni di lavoro, passione e amore nei confronti della serigrafia, utilizza dal 2004 un flat-bed affiancandolo alle macchine serigrafiche ed una stampante digitale Albatros. Nel parliamo con il signor Gian Piero Draghi, uno dei soci dell'azienda. "Il nostro flat bed, un'Arizona T220, è un sistema di stampa inkjet che utilizza tecnologia piezoelettrica, con inchiostri a base solvente, in grado di stampare supporti sia rigidi sia flessibili, trattati e non con le dimensioni massime di cm 157,5 di larghezza e cm 304,8 di lunghezza e con spessori fino a 5,1 cm.
Il flat-bed è, nel complesso, certamente molto più veloce della serigrafia anche nei lavori preparazione, niente pellicole, niente telai, serigrafici, niente spalmatura dell'inchiostro, ecc.
Il flat-bed è poi in grado di darci anche un'importante mano nella stampa di materiale sintetico morbido, che generalmente realizziamo sulla Mutoh Albatros (va tenuto presente che questo flat-bed non è roll-to-roll), ma con maggiori possibilità  e grazie alla facilità  di registro ottenibile dal piano del flat-bed. Grazie al flat-bed abbiamo potuto da qualche tempo avvicinarci anche a mercati a noi, fino ad oggi sconosciuti con prodotti in policarbonato per pannelli di comando di macchine e lavori con alte risoluzioni. Ultimamente abbiamo perfino lavori realizzati su un marmo che doveva conservare il suo aspetto poroso, un marmo non lisciato, quindi.
Naturalmente non abbiamo alcuna intenzione di abbandonare la produzione e la passione e per la serigrafia (targhe, magliette, vetrofanie, mousepad, etichette, pannelli, striscioni, lavori con riserva, verniciature a rilievo, ecc.). cercando però di rendere, le due tecnologie - sempre più complementari, l'una con l'altra.
La Staff di Pianoro (BO). Un azienda serigrafica che, fino a qualche anno fa, non molti per la verità , amava definirsi in controtendenza rispetto alla stampa digitale.
E' stato solo e sempre serigrafia sino a che, a metà  degli anni '80, hanno affiancato alla tecnologia serigrafica, con lo scopo di rendere più completo quello che fino allora avevamo offerto ai nostri clienti, il taglio con i plotter .
Finalmente, agli inizi del 2.000, ecco la stampa digitale: una Sprinter della Reklam, che per certe sue caratteristiche avrebbe, ed ha, permesso, una importante interconnessione con la serigrafia, anche grazie alla possibilità  di utilizzare materiali assimilabili dalle tre tecniche : serigrafia, taglio, e digitale che permettano all'occorrenza, il loro utilizzo su uno stesso lavoro.
Naturalmente la serigrafia è rimasta la tecnologia centrale della Staff che ne ha saputo sviluppare, sia la qualità  specifica di stampare su qualsiasi supporto, sia l'utilizzo del grande formato anche in nicchie di mercato "complesse" come quello dell'arte, quello dell'architettura e quello del design.
LE DUE TECNOLOGIE IN UN CONFRONTO VELOCE
Gli inchiostri. In linea di massima in entrambi i casi abbiamo prodotti subordinati alle esigenze delle specifiche tecnologie (maglie del tessuto per la serigrafia e ugelli per il digitale, per esempio) e delle caratteristiche dei supporti da stampare. Abbiamo quindi, in entrambi i casi, inchiostri, a base acqua su carta o materiali trattati, UV, a solvente e eco solvente, i plastisol per lavorazioni serigrafiche specifiche.
I supporti stampabili. Anche qui, ognuna delle due tecnologie ha la possibilità  di stampare sullo stesso materiale di base specie se consideriamo che, con l'avvento del flat-bed, la tecnologie digitale si è avvicinata, quasi in assoluto, alla serigrafia grazie alla possibilità  di stampare anche supporti rigidi come forex, kapa, alluminio, cartoni ondulati, legno, ecc. con notevoli spessori, con superfici ruvide, ecc.
Gli spessori dei supporti. Indicativamente e subordinatamente alle macchine: da zero a 50 mm e oltre (se consideriamo anche in questo caso la tecnologia flat-bed) . I piani possono essere, in entrambi i casi, orizzontali o verticali. Relativamente ai supporti, potremmo riferirci anche ad una particolare possibilità  della serigrafia, quella artistica in particolare, che, mediante utilizzo di tecniche manuali, permette la stampa anche di spessori e supporti particolari.
Le velocità  di stampa. Sono strettamente collegate alle macchine se piane o a rotolo, ai formati, ai colori ed ai supporti.
QUATTRO VELOCI RISPOSTE A QUATTRO FRA LE DOMANDE PIU' FREQUENTI
Per quale ragione le serigrafie dovrebbero percorrere anche la strada della stampa digitale? Il motivo principale è sicuramente la competitività . Quando si opera in un mercato competitivo si è costretti a diversificare la produzione per ritagliarsi delle nicchie protette. Da qui l'esigenza di offrire prodotti alternativi a quelli realizzabili con la sola serigrafia.
Con la stampa digitale cambia qualcosa rispetto all'operatività , la creatività  e la manualità  del serigrafo?Il cambiamento fondamentale resta nel fatto che il serigrafo che si avvicina ad un sistema di Stampa Digitale, si trova a gestire un mouse ed una tastiera al posto di attrezzi meccanici o strumenti. In altre parole, la sua normale creatività  artigiana viene gestita attraverso un computer, permettendogli all'artigiano di sviluppare meglio la fantasia grazie all'aiuto delle possibilità  offerte dalla stampa digitale oltre alla possibilità  di presentare bozze e campioni senza ricorrere a mezzi costosi anche per l'utente finale.
Quali i percorsi suggeribili ad una serigrafia che desidera avvicinarsi per la prima volta alla stampa digitale? Se si ci si riferisce ad piccola serigrafia che si affaccia alla stampa digitale per la prima volta, il consiglio è quello di servirsi di un service per offrire nuovi prodotti che le permettano di avvicinarsi con una certa gradualità  agli obiettivi per il raggiungimento del mercato che si vuole penetrare con i nuovi prodotti. Questo fino a quando la produzione non giustifichi l'investimento di attrezzature adeguate. Se invece parliamo di una azienda che ha già  realizzato opportune ricerche di mercato con l'obiettivo di essere innovativi e propositivi, la strada è sicuramente quella di investire su un sistema stampa digitale conosciuto.
Un possibile suggerimento per una piccola serigrafia che, pur sentendo l'esigenza di dovere affrontare da subito il problema, temesse costi non sostenibili? Oggi esistono, certamente, soluzioni per tutte le tasche.
Una volta che si ha in casa la macchina occorre assumere personale specializzato o, attraverso le eziende fornitrici dei sistemi si può istruire il proprio personale?Non servono sicuramente persone specializzate ma persone sicuramente disponibili ad imparare. Si può sicuramente anche addestrare il proprio personale attraverso le aziende fornitrici di sistemi. Consideriamo,comunque, che alla base del tutto c'è un computer e oggi anche ai bambini delle scuole materne insegnano ad usarlo!

Questo articolo è stato realizzato per la rivista Graph Executive ed inserito sul numero di settembre della rivista stessa.

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