13.06.2006

LA PREPARAZIONE DEI TELAI OGGI

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LA PREPARAZIONE DEI TELAI OGGI
Una risposta a chi pensa che la serigrafia sia statica

Abbiamo già  parlato, qualche tempo fa di "preparazione di telai" con un articolo, inserito in una serie di nozioni di base sulla serigrafia. Un argomento questo, che, contrariamente a quanto si pensi all'esterno di quel mondo, è in continua, anche se lenta, evoluzione come la stampa serigrafica in generale. Per questa ragione abbiamo deciso di incontrare un'azienda che, avendo nella preparazione del telaio serigrafico il suo prodotto centrale e nel mercato relativo il suo mercato centrale, ha "l'obbligo" di aggiornare le proprie esperienze e servire, di conseguenza, i propri clienti, gli stampatori serigrafi. Quest'azienda è la Serinova di Buccinasco, nella persona, per l'occasione, del suo Sales Manager, il Signor Donato Milano.

Signor Milano, lei ha certamente visto il lavoro dedicato a questo argomento apparso su Graph Creative di qualche tempo fa. Faceva parte di una serie di lavori che si limitavano a fornire alcuni principi di base a quei lettori che desideravano avvicinarsi, quantomeno a livello informativo, alla stampa serigrafica. Secondo lei, cosa possiamo aggiungere oggi a quel lavoro?
"Occorre prima di tutto dire, inizia Milano, che la tecnologia di base per la realizzazione del telaio serigrafico non è cambiata. Malgrado questo, è anche però vero che non possiamo non parlare di un certo numero di piccoli passi di aggiornamento che ne hanno permesso una realizzazione più adeguata all'utilizzo del lavoro da realizzare, posso riferirmi, per esempio, ai tessuti, delle emulsioni, delle tecniche di tesatura.".
Possiamo, per iniziare, a fare un punto delle lavorazioni nei processi e nelle tecniche di tesatura e quali eventualmente sono gli aggiornamenti più recenti nei confronti di questo processo?
"Occorre prima di tutto dire che quello della tesatura è rimasto uno degli argomenti più importanti all'interno di un discorso "serigrafia". L'assieme tessuto-cornice deve assicurare, prima di tutto, grande stabilità . Per avere un telaio assolutamente stabile occorre ricorrere ad una cornice adatta all'elasticità  e spessore del tessuto, con una sezione nel suo spessore e profilo subordinata alla grandezza del telaio stesso. Occorrerà  tenere, poi, presente che legno e ferro subiscono più deformazioni dell'acciaio e dell'alluminio.
Torniamo, quindi, alla vostra domanda: le tecniche di tensionatura. Purtroppo, anche qui, siamo fermi al momento dell'aggiornamento avvenuto nelle operazioni di tensionatura col cambiamento della lavorazione meccanica con tavoli ad aghi (creavano strappi e la tesatura del tessuto era diversa all'interno del telaio) a quella con tavoli a pinze pneumatiche. Un sistema che, grazie ad un formato dei tavoli, più contenuto, permette la lavorazione di telai più piccoli o di un numero inferiore di telai affiancati, e, quindi, assicurare un controllo maggiore ed una tensione del tessuto perfetta in qualsiasi punto (le eventuali differenze devono essere contenuti in pochi Newton), anche quando occorra modificare la loro posizione rispetto ai lati del tavolo come nel caso di tele con inclinazioni diverse per lavori. Peraltro, c'è da considerare che la preparazione contemporanea di telai è un processo che è spesso utilizzato anche da lavorazioni, come quelle della stampa di CD o DVD dove, le diverse tensioni fra i vari telai, possono creare importanti differenze fra pezzo e pezzo con conseguenti, grosse difficoltà  allo stampatore, specie se si parla di quadricromie, che deve assolutamente assicurare uniformita al lavoro nel suo complesso.
Alcuni processi a pinze pneumatiche operano facendo in modo che il tessuto sia teso leggermente staccato dai telai e, successivamente, appoggiato. Questo permette al tessuto di tendersi senza sfregare sulla cornice sottostante ed ottenere una tensione più precisa.
Per concludere, posso dire che l'evoluzione delle tecnologie relative alla tensionatura dei telai sta conducendo gli operatori del settore verso telai in alluminio più stabili, specie se si parla di lavori di qualità , del ferro o, più ancora del legno, sensibile alle temperature e all'umidità .".
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Parliamo adesso di tessuto. Cosa è cambiato nella sua preparazione, riferendoci sempre agli elementi contenuti dal nostro primo articolo? Abbiamo sentito parlare di tessuti pre-emulsionati. Ne è a conoscenza?
"Sଠcerto. , E' una delle novità  che hanno arricchito l'argomento tessuto negli ultimi. Si tratta di un tessuto pre-emulsionato. Un prodotto cioè che si presenta al serigrafo con un'emulsione fotopolimera, già  presente nel tessuto che permette al serigrafo di "saltare" l'emulsione dei telai e che, proprio per questa sua caratteristica, offre anche il gran vantaggio di non dover fare la "sgrossatura" (la pulitura del tessuto nuovo da fattori che potrebbe influenzare l'applicazione dell'emulsione o del film capillare. n.d.r.). Il prodotto è messo a disposizione in rotoli da cui saranno ricavate le misure occorrenti (il produttore garantisce la standardizzazione dell'emulsione e dei valori RZ in valori costanti ed una latitudine di posa molto ampia). Si tratta però, almeno per quanto mi risulta, di un prodotto oggi utilizzato solamente nella costruzione di telai per la stampa serigrafica per CD-DVD
Interessante. Ci chiarisca però una cosa: sappiamo che l'emulsione è sempre subordinata al lavoro, alla sua definizione, agli spessori degli inchiostri da depositare e, quindi, alla misura delle maglie, ai dimetri dei fili, ecc. Questo nuovo prodotto è disponibile secondo le varie esigenze? "E' vero, l'osservazione avanzata è corretta. Questo nuovo tessuto ha in effetti, un handicap che è individuabile, almeno per il momento, nel suo utilizzo che è limitato alla realizzazione di stampe di piccolo formato (mono o pluricolore), anche se, dato l'interesse del prodotto, non mi stupirei di trovare, quanto prima, prodotti rivolti verso altri utilizzi e mercati. A questo proposito, posso già  anticipare, continua Milano, che l'industria produttrice sta controllando la possibilità  di utilizzare il prodotto anche nel caso della stampa serigrafica in bobina. Un settore "in salita" grazie all'evoluzione, per esempio, della stampa di etichette."
Abbiamo parlato di sgrassatura e come, utilizzando un tessuto pre-emulsionato, quest'importante azione sia eliminata. Ma è possibile che i produttori di tessuto non abbiano ancora escogitato un qualcosa che la elimini?
Posso indicare l'immissione in commercio di tessuti che, grazie ad una protezione particolare, non si limita unicamente ad evitare la sgrassatura, ma migliora anche il flusso dell'inchiostro, l'adesione dei film capillari e l'applicazione del tessuto stesso al telaio. Non vanno, infine, sottovalutati i benefici ecologici ottenibili con l'esclusione dalla lavorazione dei telai i liquidi sgrassanti."
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Altre novità  rispetto al tessuto?
"Come no, certo, proprio alla recente fiera di Monaco è stato presentato un tessuto concepito specificamente per la stampa di grandi formati in grado di garantire lavorazioni di qualità , alta resistenza durante la tensione e, grazie in particolare all'utilizzo di fili molto sottili, grandi possibilità  operare con fondi pieni anche con inchiostri UV molto resistenti."
E nelle emulsioni? C'è qualcosa di nuovo?
"Qualcosa? Come tutti sappiamo, il termine "qualcosa" è quel pronome indefinito al quale si ricorre volendo riferirsi vuoi ad un solo oggetto o vuoi ad una piccola quantità  di cose, ci dice sorridendo Milano. Per quanto mi riguarda, data la situazione, modificherei invece quel "qualcosa" con l' aggettivo indefinito: "troppo".
In effetti, di emulsioni c'è ne sono ormai troppe e le aziende produttrici continuano a sfornarne ogni momento. Una volta c'erano unicamente due tipi d'emulsione che andavano bene per tutto. Adesso sono troppe e creano unicamente confusione al serigrafo. Basterebbe, ripeto, a mio parere, utilizzare un'emulsione per ogni inchiostro: all'acqua, UV, a solvente e, magari, se proprio vogliamo, un'emulsione per la stampa su vetro e basta.
L'innovazione più importante, se non diamo errati, e certamente, però, l'incisione del telaio attraverso gli impulsi di un computer. Me ne parla?
"Non c'è dubbio che si tratti di un'innovazione importante, anche se la serigrafia è arrivata "buona seconda" nei confronti dell'offset. Cosଠcome nell'incisione di una lastra offset, oggi possiamo incidere un telaio serigrafico senza il passaggio intermedio della pellicola di fotolito. Si tratta di una macchina che, attraverso una testina con ugello proietta, quasi come avviene in una normale stampante digitale, un getto di cera nera sull'emulsione applicata sul telaio. Osservando il processo si vedrà  comparire sull'emulsione il positivo della grafica da riprodurre. Questa cera permetterà , come in una pellicola di fotolito, il passaggio della luce nelle zone scoperte (quelle trasparenti in una pellicola di fotolito) e proteggerà  le altre. Un lavaggio permetterà  l'asportazione dell'emulsione e della cera nera.
E' una macchina importante per un'azienda come la nostra in quanto, come si può immaginare, facilita certamente il nostro lavoro grazie anche alla possibilità  di lavorare telai fino a m 5,50x3,20, un particolare, quest'ultimo, assolutamente importante nella stampa, per esempio, dei vetri per edilizia per i quali, fino ad oggi prevedevano la realizzazione di pellicole "a pezzi" con l'esigenza di dover affrontare l'allineamento dei vari pezzi, ecc.
Si possono incidere anche lavori retinati ed eventualmente fino a che gradazione di retino?
"Sଠcerto. Si possono ottenere anche quadricromie, anche se, per il momento, il retino ottenibile non può superare le 24 linee e anche se i fabbricanti di queste macchine parlano di un limite massimo di 30 linee.".
Signor Milano, nel corso del nostro incontro, lei ha accennato ad un "fattore RZ". Proviamo ad accennarne il significato a che, eventualmente, non lo conosce?
"Il doverne parlare all'interno di un articolo non dedicato specificamente al fattore RZ, ci costringerebbe a spazi che probabilmente la vostra rivista non aveva previsto.
Di conseguenza, dovendo parlare di "fattore RZ" in poche parole, posso dire che si tratta di un dato che indica la planearità  finale dell'emulsione depositata sul tessuto (attenzione il film capillare ha, in un certo modo eliminato il problema) che, proprio per un certo tipo di pastosità  e quantità  d'aria assorbita nella sua preparazione, tende ad ondularsi, più o meno percettibilmente non solo per l'azione più o meno abile di chi la stenderà , ma anche per il suo adattamento alle irregolarità  del tessuto, rendendo, di conseguenza, irregolare anche il piano esterno, quello che poi sopporterà  la pressione della racla per il deposito dell'inchiostro il quale, adattandosi per la sua viscosità  alle eventuali irregolarità  dell'emulsione, potrebbe creare problemi di stampa.
Naturalmente, come si può intuire, il raggiungimento di una fattore RZ ideale sarà  più facilmente ottenibile da una spalmatura eseguita meccanicamente piuttosto che manualmente.
(alcune esperienze indicano in 6/8micron un fattore RZ ottimale per un lavoro in quadricromia di media definizione. Naturalmente, e come sempre, ogni serigrafo ha proprie esperienze, convinzioni e capacità  creative relativamente al lavoro da eseguire, la sua finalità , ai supporti, agli inchiostri, ecc.. Ma la serigrafia è anche questo. N.d.r)

Nino Fichera
(per realizzazione di articoli dedicati ad aziende, attrezzature, persone, lavorazioni, ecc.: Nino Fichera, Effenino@tiscali.it)

(per maggiori dettagli: Serinova: Via Resistenza 85, Buccinasco, Milano - tel. 9245700090 e-mail:grafica@serinova.biz)

Questo articolo è stato realizzato per Graph Executive ed è apparso sul numero di maggio 2006 della rivista

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