30.10.2002
LA SERIGRAFIA E LA DECORAZIONE DELLA CERAMICA

Quattro chiacchiere con i signori Pierluigi Belli e Pellegrino Severi della Euroscreen di Sassuolo, un'azienda che è molto vicina, non solamente per una questione di ubicazione, agli operatori del settore della ceramica
Alcuni veloci cenni di base
La storia.La ceramica, com'è noto, è da millenni l'arte di fabbricare oggetti di terra, cuocerli e decorarli con pitture e rilievi per farne piastrelle, vasellami, stoviglie, ecc. Con riferimento alla porosità del materiale, prendono il nome di ceramiche a pasta compatta il grès e la porcellana, di ceramiche a pasta porosa la terracotta, la terraglia e la maiolica: le prime sono, per loro natura, impermeabili all'acqua, mentre le seconde lo diventano solo dopo essere state sottoposte a vetrificazione o smaltatura. La terracotta è la meno pregiata fra le ceramiche porose e si ottiene dalla cottura a temperature relativamente basse (900-1200 °C). A seconda della percentuale e del tipo di ossido di ferro contenuto nell'argilla impiegata durante la cottura, il materiale acquista colore rosso acceso, rosso scuro, marrone o nero. Il grès si ottiene dall'argilla cotta a temperature comprese fra 1200 e 1280 °C ed è un materiale durissimo. Può essere bianco, grigio o rosso scuro e, essendo a pasta compatta, può essere "vetrinato" a scopo decorativo o a protezione di decorazioni.
Gli smalti e i prodotti vetrificanti.Nella storia della ceramica i prodotti privi di rivestimento sono sempre stati più comuni di quelli smaltati o vetrificati, per contro, molto più attuali oggi. La "vetrosa" è una copertura trasparente che si applica alla ceramica che ha già subito un primo trattamento di verniciatura o decorazione ed è, come dice il nome, simile al vetro ed ha lo scopo di rendere impermeabile e brillante il prodotto.La vetrosa è costituita da silice o da quarzo e nitrato o carbonato di sodio o di potassio, ossido e carbonato di piombo ed è unita spesso a sostanze coloranti.
Sottoposta a fusione, tale miscela si trasforma in una sostanza vetrosa che, una volta solidificata, viene frantumata e polverizzata quindi stesa mediante bagno sull'argilla cruda o sul "biscotto", in altre parole sul materiale già sottoposto a una prima cottura. Dopo l'applicazione il pezzo deve essere nuovamente posto in forno a una temperatura compatibile col lavoro finale.
Decorazione soprasmalto e sottosmalto. Le ceramiche possono essere dipinte prima o dopo la cottura. Nel Neolitico si ricorreva a ocre e altri pigmenti naturali per decorare pezzi privi di rivestimento. Gli ossidi metallici impiegati insieme alle vetrine richiedono temperature più elevate di quelle delle semplice vetrificazione per far sଠche il colore si fissi. Qualora poi si utilizzino smalti, con le tecnologie di stampa o rilascio che vedremo, a seconda della temperatura cui devono essere sottoposti per essere stabili si classificano in colori "a piccolo fuoco" (circa 600°) e "a gran fuoco" (900-970°).
Signor Belli, Signor Severi, entriamo adesso più direttamente nell'argomento presentato dal titolo: quali le principali differenze, se ce ne sono, fra la stampa serigrafica, diciamo classica, e la stampa serigrafica su ceramica?
"Cominciamo col dire, mi risponde Pierluigi Belli, che le produzioni nel campo della ceramica, riguardano un complesso di settori che vanno dall'edilizia, alla stoviglieria e all'oggettistica. Parliamo quindi di piastrelle, piatti, tazzine, vasellame e cose del genere e, in linea di massima, di oggettistica promozionale o articoli di arredamento. Le tecniche per la decorazione sono la serigrafia, la tampografia, la calcografia a contatto, l'InkJet utilizzabili in forma diretta sulla ceramica o indiretta attraverso la realizzazione e l'applicazione di decalcomanie. Ma lei vuole che le parliamo di tecnica di stampa e delle eventuali differenze con la serigrafia "classica" - continua il mio interlocutore - le dirò, quindi, per cominciare, che nulla vieta al serigrafo "classico" di avvicinarsi, con massima facilità e senza alcuna modifica alle proprie attrezzature al settore della decorazione della ceramica.. Va benissimo, infatti, qualsiasi macchina piana o rotativa con tavola aspirante per la produzione di decalcomanie, che una volta finite possono essere applicate su una svariata gamma di prodotti ceramici e poi successivamente cotte. Il supporto è in carta, una carta speciale, che, dopo la stampa, sarà consegnata all'azienda produttrice dei pezzi in ceramica che, l'operatore dopo un bagno in acqua la staccherà dal supporto di carta e la andrà ad applicare sul pezzo da decorare e a cui aderià grazie ad una parte di collante lasciato dal supporto. Un successivo passaggio in forni di cottura con temperature da 800 a 850° C fisseranno poi definitivamente la decorazione e gli eventuali strati di vernice di protezione. Quello del supporto è, in ogni caso, un settore in fermento; si stanno, infatti, studiando una serie di materiali diversi dalla carta - anche sintetici e che saranno presto presenti sul mercato."
La decorazione diretta e le cotture relative
"Questo è un argomento - è Pellegrino Severi che interviene - che va subordinato alle finalità di utilizzo del prodotto in ceramica, della piastrella, per rimanere nel campo che conosciamo meglio grazie alla nostra ubicazione geografica. E', infatti, chiaro che, se la mattonella sarà da pavimento, la sua decorazione e la successiva cottura, dovranno essere adeguate per resistere al calpestio del continuo passaggio di persone, se invece saranno piastrelle da rivestimento il discorso è evidentemente diverso e diversa sarà anche la cottura. La decorazione può essere realizzata direttamente sul materiale grezzo o su elaborati già preparati con uno strato di smalto applicato a "pioggia" inoltre il supporto da decorare può essere crudo, ed avremo a fine ciclo un prodotto finito con una sola cottura (monocottura) - (gres porcellanato), oppure su materiale cotto (biscotto), e per essere un prodotto finito dopo la decorazione necessita di un ulteriore passaggio in forno (bicottura) . Le tecniche di decorazione per le tipologie di prodotto descritte sono simili e possono principalmente attraverso la serigrafia e la calcografia a contatto.Ad ulteriori processi di cottura saranno poi sottoposti quei prodotti destinati al decoro sui quali per necessità estetiche o funzionali verranno applicati uno o più passaggi di smalti, prodotti vetrosi,decalco o decori manuali tutti comunque alla fine del processo necessitano di una cottura per il fissaggio sugli 800/850 °C quindi piu' bassa della cottura del prodotto sul quale si decora ( 1200- 1300°C.) quest'ultimo processo e' identificato come terzo fuoco. Esiste, infine, ancora un oggi un sistema di decorazione manuale per il fissaggio della quale si parlerà di una sistema di cottura definito "a basso fuoco"o "primo fuoco".
Alcuni veloci cenni di base
La storia.La ceramica, com'è noto, è da millenni l'arte di fabbricare oggetti di terra, cuocerli e decorarli con pitture e rilievi per farne piastrelle, vasellami, stoviglie, ecc. Con riferimento alla porosità del materiale, prendono il nome di ceramiche a pasta compatta il grès e la porcellana, di ceramiche a pasta porosa la terracotta, la terraglia e la maiolica: le prime sono, per loro natura, impermeabili all'acqua, mentre le seconde lo diventano solo dopo essere state sottoposte a vetrificazione o smaltatura. La terracotta è la meno pregiata fra le ceramiche porose e si ottiene dalla cottura a temperature relativamente basse (900-1200 °C). A seconda della percentuale e del tipo di ossido di ferro contenuto nell'argilla impiegata durante la cottura, il materiale acquista colore rosso acceso, rosso scuro, marrone o nero. Il grès si ottiene dall'argilla cotta a temperature comprese fra 1200 e 1280 °C ed è un materiale durissimo. Può essere bianco, grigio o rosso scuro e, essendo a pasta compatta, può essere "vetrinato" a scopo decorativo o a protezione di decorazioni.
Gli smalti e i prodotti vetrificanti.Nella storia della ceramica i prodotti privi di rivestimento sono sempre stati più comuni di quelli smaltati o vetrificati, per contro, molto più attuali oggi. La "vetrosa" è una copertura trasparente che si applica alla ceramica che ha già subito un primo trattamento di verniciatura o decorazione ed è, come dice il nome, simile al vetro ed ha lo scopo di rendere impermeabile e brillante il prodotto.La vetrosa è costituita da silice o da quarzo e nitrato o carbonato di sodio o di potassio, ossido e carbonato di piombo ed è unita spesso a sostanze coloranti.
Sottoposta a fusione, tale miscela si trasforma in una sostanza vetrosa che, una volta solidificata, viene frantumata e polverizzata quindi stesa mediante bagno sull'argilla cruda o sul "biscotto", in altre parole sul materiale già sottoposto a una prima cottura. Dopo l'applicazione il pezzo deve essere nuovamente posto in forno a una temperatura compatibile col lavoro finale.
Decorazione soprasmalto e sottosmalto. Le ceramiche possono essere dipinte prima o dopo la cottura. Nel Neolitico si ricorreva a ocre e altri pigmenti naturali per decorare pezzi privi di rivestimento. Gli ossidi metallici impiegati insieme alle vetrine richiedono temperature più elevate di quelle delle semplice vetrificazione per far sଠche il colore si fissi. Qualora poi si utilizzino smalti, con le tecnologie di stampa o rilascio che vedremo, a seconda della temperatura cui devono essere sottoposti per essere stabili si classificano in colori "a piccolo fuoco" (circa 600°) e "a gran fuoco" (900-970°).
Signor Belli, Signor Severi, entriamo adesso più direttamente nell'argomento presentato dal titolo: quali le principali differenze, se ce ne sono, fra la stampa serigrafica, diciamo classica, e la stampa serigrafica su ceramica?
"Cominciamo col dire, mi risponde Pierluigi Belli, che le produzioni nel campo della ceramica, riguardano un complesso di settori che vanno dall'edilizia, alla stoviglieria e all'oggettistica. Parliamo quindi di piastrelle, piatti, tazzine, vasellame e cose del genere e, in linea di massima, di oggettistica promozionale o articoli di arredamento. Le tecniche per la decorazione sono la serigrafia, la tampografia, la calcografia a contatto, l'InkJet utilizzabili in forma diretta sulla ceramica o indiretta attraverso la realizzazione e l'applicazione di decalcomanie. Ma lei vuole che le parliamo di tecnica di stampa e delle eventuali differenze con la serigrafia "classica" - continua il mio interlocutore - le dirò, quindi, per cominciare, che nulla vieta al serigrafo "classico" di avvicinarsi, con massima facilità e senza alcuna modifica alle proprie attrezzature al settore della decorazione della ceramica.. Va benissimo, infatti, qualsiasi macchina piana o rotativa con tavola aspirante per la produzione di decalcomanie, che una volta finite possono essere applicate su una svariata gamma di prodotti ceramici e poi successivamente cotte. Il supporto è in carta, una carta speciale, che, dopo la stampa, sarà consegnata all'azienda produttrice dei pezzi in ceramica che, l'operatore dopo un bagno in acqua la staccherà dal supporto di carta e la andrà ad applicare sul pezzo da decorare e a cui aderià grazie ad una parte di collante lasciato dal supporto. Un successivo passaggio in forni di cottura con temperature da 800 a 850° C fisseranno poi definitivamente la decorazione e gli eventuali strati di vernice di protezione. Quello del supporto è, in ogni caso, un settore in fermento; si stanno, infatti, studiando una serie di materiali diversi dalla carta - anche sintetici e che saranno presto presenti sul mercato."
La decorazione diretta e le cotture relative
"Questo è un argomento - è Pellegrino Severi che interviene - che va subordinato alle finalità di utilizzo del prodotto in ceramica, della piastrella, per rimanere nel campo che conosciamo meglio grazie alla nostra ubicazione geografica. E', infatti, chiaro che, se la mattonella sarà da pavimento, la sua decorazione e la successiva cottura, dovranno essere adeguate per resistere al calpestio del continuo passaggio di persone, se invece saranno piastrelle da rivestimento il discorso è evidentemente diverso e diversa sarà anche la cottura. La decorazione può essere realizzata direttamente sul materiale grezzo o su elaborati già preparati con uno strato di smalto applicato a "pioggia" inoltre il supporto da decorare può essere crudo, ed avremo a fine ciclo un prodotto finito con una sola cottura (monocottura) - (gres porcellanato), oppure su materiale cotto (biscotto), e per essere un prodotto finito dopo la decorazione necessita di un ulteriore passaggio in forno (bicottura) . Le tecniche di decorazione per le tipologie di prodotto descritte sono simili e possono principalmente attraverso la serigrafia e la calcografia a contatto.Ad ulteriori processi di cottura saranno poi sottoposti quei prodotti destinati al decoro sui quali per necessità estetiche o funzionali verranno applicati uno o più passaggi di smalti, prodotti vetrosi,decalco o decori manuali tutti comunque alla fine del processo necessitano di una cottura per il fissaggio sugli 800/850 °C quindi piu' bassa della cottura del prodotto sul quale si decora ( 1200- 1300°C.) quest'ultimo processo e' identificato come terzo fuoco. Esiste, infine, ancora un oggi un sistema di decorazione manuale per il fissaggio della quale si parlerà di una sistema di cottura definito "a basso fuoco"o "primo fuoco".
La stampa serigrafica
"Premesso che i passaggi descritti non potranno mai coinvolgere direttamente lo stampatore serigrafo se non per un'opportuna conoscenza - riprende Pierluigi Belli - possiamo passare alla tecnica di stampa serigrafica vera e propria che, nella sua tecnologia di base ha, come la serigrafia classica, un telaio composto da un tessuto con trama e spessore dei fili strettamente collegati alle esigenze del lavoro oltre ad un'emulsione, una racla, ecc. Unica differenza gli inchiostri che non sono inchiostri, ma smalti, o paste, specifici. Smalti, o paste, specifici e particolari che (come nel caso della stampa su vetro della quale abbiamo parlato nei numeri scorsi) raggiungono il colore previsto solo dopo un opportuno, e assolutamente preciso nella temperatura, passaggio di cottura. Un'altra situazione cui è opportuno fare riferimento è, diciamo, la forma del telaio, il quale può avere la forma tradizionale piana oppure la più recente e diffusa forma a cilindro che permette produzioni molto più elevate (come quello usato da anni nelle stamperie tessili),dove la racla è interna al cilindro stesso e il colore viene alimentato automaticamente tramite apposite pompe pneumatiche. Come per la serigrafia tradizionale, si utilizzano emulsioni fotosensibili e la stampa può essere al tratto o a mezze tinte (retino) tecniche alle quali si arriva attraverso le normali procedure di selezione."
Il tessuto serigrafico per stampa su ceramica e la nuova proposta del Mercato: Rotacombi della Sefar
"Sia nel caso del telaio piano che del telaio cilindrico il tessuto è nei concetti principali, identico a quello tradizionale dove è importante lo spessore del filo, la larghezza della maglia, la tensione, ecc. Uniche differenze sostanziali sono una maggiore precisione di registro dei telai piani, una altissima velocità di stampa dei cilindri , in ambedue la composizione degli smalti ceramici e lo sfregamento con il supporto da stampa mettono il tessuto in una condizione di notevole usura. Una delle caratteristiche peculiari di questi tessuti è inoltre individuabile nella loro capacità di facilitare, per le caratteristiche proprie degli smalti, molto più densi dei normali inchiostri per serigrafia, il passaggio dei colori attraverso le maglie e, quindi, una minore otturazione delle maglie stesse con un conseguente un migliore risultato di stampa. Da qualche tempo, la tecnologia ha, peraltro, risposto agli inconvenienti che le ho appena citato - continua Pierluigi Belli - con l'introduzione sul mercato di un prodotto, il Rotacombi un tessuto Sefar, distribuito in Italia dalla nostra azienda, nato specificamente, primo nel mondo, per la stampa su ceramica con cilindro rotante."
Altre tecnologie di stampa: la rotacolor, la tampografica e, l'InkJet .
Sono tecnologie che, nei loro principi di massima di decorazione della ceramica, seguono i percorsi che sono indicati nell'articolo. Fra questi la più utilizzata a fianco della serigrafia è il rotacolor (che ricorre ad un cilindro inciso in incavo come le lastre offset o nella rotocalcografia.) E' certo che, come la stampa serigrafica, sono sistemi cui si ricorre a seconda degli scopi del prodotto finito e che conto di approfondire in occasione delle interviste che seguiranno a questo primo approccio con il problema (N.d.R.).
Nino Fichera
(effenino@tiscalinet.it)
"Premesso che i passaggi descritti non potranno mai coinvolgere direttamente lo stampatore serigrafo se non per un'opportuna conoscenza - riprende Pierluigi Belli - possiamo passare alla tecnica di stampa serigrafica vera e propria che, nella sua tecnologia di base ha, come la serigrafia classica, un telaio composto da un tessuto con trama e spessore dei fili strettamente collegati alle esigenze del lavoro oltre ad un'emulsione, una racla, ecc. Unica differenza gli inchiostri che non sono inchiostri, ma smalti, o paste, specifici. Smalti, o paste, specifici e particolari che (come nel caso della stampa su vetro della quale abbiamo parlato nei numeri scorsi) raggiungono il colore previsto solo dopo un opportuno, e assolutamente preciso nella temperatura, passaggio di cottura. Un'altra situazione cui è opportuno fare riferimento è, diciamo, la forma del telaio, il quale può avere la forma tradizionale piana oppure la più recente e diffusa forma a cilindro che permette produzioni molto più elevate (come quello usato da anni nelle stamperie tessili),dove la racla è interna al cilindro stesso e il colore viene alimentato automaticamente tramite apposite pompe pneumatiche. Come per la serigrafia tradizionale, si utilizzano emulsioni fotosensibili e la stampa può essere al tratto o a mezze tinte (retino) tecniche alle quali si arriva attraverso le normali procedure di selezione."
Il tessuto serigrafico per stampa su ceramica e la nuova proposta del Mercato: Rotacombi della Sefar
"Sia nel caso del telaio piano che del telaio cilindrico il tessuto è nei concetti principali, identico a quello tradizionale dove è importante lo spessore del filo, la larghezza della maglia, la tensione, ecc. Uniche differenze sostanziali sono una maggiore precisione di registro dei telai piani, una altissima velocità di stampa dei cilindri , in ambedue la composizione degli smalti ceramici e lo sfregamento con il supporto da stampa mettono il tessuto in una condizione di notevole usura. Una delle caratteristiche peculiari di questi tessuti è inoltre individuabile nella loro capacità di facilitare, per le caratteristiche proprie degli smalti, molto più densi dei normali inchiostri per serigrafia, il passaggio dei colori attraverso le maglie e, quindi, una minore otturazione delle maglie stesse con un conseguente un migliore risultato di stampa. Da qualche tempo, la tecnologia ha, peraltro, risposto agli inconvenienti che le ho appena citato - continua Pierluigi Belli - con l'introduzione sul mercato di un prodotto, il Rotacombi un tessuto Sefar, distribuito in Italia dalla nostra azienda, nato specificamente, primo nel mondo, per la stampa su ceramica con cilindro rotante."
Altre tecnologie di stampa: la rotacolor, la tampografica e, l'InkJet .
Sono tecnologie che, nei loro principi di massima di decorazione della ceramica, seguono i percorsi che sono indicati nell'articolo. Fra questi la più utilizzata a fianco della serigrafia è il rotacolor (che ricorre ad un cilindro inciso in incavo come le lastre offset o nella rotocalcografia.) E' certo che, come la stampa serigrafica, sono sistemi cui si ricorre a seconda degli scopi del prodotto finito e che conto di approfondire in occasione delle interviste che seguiranno a questo primo approccio con il problema (N.d.R.).
Nino Fichera
(effenino@tiscalinet.it)
Se si desiderano maggiori dettagli, cliccare su questo indirizzo: comm-italia@euroscreen.it e, nella mail, chiedere approfondimenti sui prodotti o le notizie contenute dall'articolo.
La richiesta perverrà direttamente alla casella di posta elettronica della Euroscreen di Sassuolo