17.03.2005
D.B. De Rossi Biancavilla: Cambia la sede, non il fornitore

Ero già stato in visita alla DB, importante azienda romana di stampa digitale e serigrafica di grande formato, circa un anno fa, e si vedeva che a fianco della vecchia sede stava nascendo un secondo complesso, ma non immaginavo di questa imponenza ed eleganza... Col titolare, Ferdinando Biancavilla, parliamo dell'importanza dei fornitori, in particolare dell'altra azienda romana Whimprint.

«All'interno dei rapporti fra le nostre aziende, quello che mi piace mettere in evidenza su tutto è il servizio col quale Whimprint ha sempre affiancato e seguito le nostre necessità produttive. La ricerca, l'offerta e la disponibilità di materiali e prodotti per la stampa serigrafica, la stampa digitale, l'intaglio ecc. che fanno parte di un lungo elenco in grado di soddisfare le esigenze di chi, come noi, trasforma e converte.
Altre pedine a loro favore, oltre alla capacità di mettersi al nostro fianco per ogni tipo di situazione, sono la conoscenza dei prodotti che contribuisce a soddisfare richieste particolari da parte di nostri clienti e la celerità delle forniture, possibile grazie all'organizzazione dei magazzini. Questa è certamente la forza che li differenzia in un mondo con cataloghi di vendita pressochà© analoghi l'uno con l'altro e fa di Whimprint un sicuro punto di riferimento. Teniamo presente che questo accade in una città come Roma, dove spesso occorre riferirci a Milano per prodotti di ogni tipo, anche i più banali».
D'accordo, ma sul mercato esistono certamente prodotti analoghi a quelli forniti da Whimprint...
«La nostra azienda lavora spesso grandi quantità di materiali e ciò comporta anche contatti diretti con i produttori. L'esempio più importante è un nome come 3M col quale abbiamo un rapporto consolidato da trent'anni di collaborazione che fa della nostra azienda uno dei maggiori "centri Scotchprint". Se ci riferiamo però a tutta una serie di altri nomi e prodotti che per noi servono a soddisfare le esigenze più immediate, posso dire che Whimprint, grazie alla flessibilità , riesce a seguirci anche quando le richieste si fanno complesse».
Ci può adesso dire qualcosa sulla situazione della serigrafia, della stampa digitale e, in particolare, del flatbed? «Sono argomenti che mi hanno sempre coinvolto profondamente e per due ragioni: la prima come imprenditore di un settore che opera nell'ambito della comunicazione pubblicitaria, e in particolare nella stampa digitale di grande formato; la seconda è che ho sempre avuto, e ho tuttora, una particolare sensibilità per la serigrafia, sia per motivi sentimentali, sia perchà© nella nostra azienda serigrafia e digitale si sono perfettamente integrati. Dunque, quando dieci anni fa abbiamo cominciato a renderci conto delle potenzialità della stampa digitale, come tanti altri pensai: la serigrafia è morta. Poi pian piano cominciai a rendermi conto che la stampa digitale, oltre al creare e sviluppare un suo mercato, stava generando un mercato diverso e complementare anche per la serigrafia, eliminando quindi quella specie di conflitto d'interessi sorto alla nascita della stampa digitale. Agli inizi il nostro pensiero era: come possiamo inserire la stampa digitale nella serigrafia? Oggi ritengo che il concetto vada completamente rovesciato: come possiamo inserire la serigrafia nella stampa digitale? «Per quanto riguarda il flatbed, da un paio d'anni ne seguo con attenzione lo sviluppo e la messa a punto, e abbiamo installato una macchina proprio recentemente» (v. Serigrafia & ce n° 5). Lei cosa preferirebbe avere sulla sua scrivania, una quadricromia realizzata in serigrafia o con stampa digitale?
«Di getto risponderei sempre serigrafia... è anche una scelta sentimentale, ma non solo. Ad esempio, in una stampa d'arte la serigrafia riesce a dare un'intensità di colori e una profondità d'immagine certamente più coinvolgenti graficamente ed emotivamente. Posso aggiungere, è un mio parere personale, che gli ottimi risultati ottenibili da un qualsiasi lavoro serigrafico realizzato "in Pantone" non si possono ottenere con il sistema digitale. Inoltre, in serigrafia posso riprodurre lo stesso lavoro a distanza di tempo anche con altre confezioni di inchiostro. Intervenire sugli inchiostri della stampa digitale risulta invece più complesso e meno preciso. Ovviamente i vantaggi del digitale sono tanti e ne hanno motivato il successo».
D'accordo, ma sul mercato esistono certamente prodotti analoghi a quelli forniti da Whimprint...
«La nostra azienda lavora spesso grandi quantità di materiali e ciò comporta anche contatti diretti con i produttori. L'esempio più importante è un nome come 3M col quale abbiamo un rapporto consolidato da trent'anni di collaborazione che fa della nostra azienda uno dei maggiori "centri Scotchprint". Se ci riferiamo però a tutta una serie di altri nomi e prodotti che per noi servono a soddisfare le esigenze più immediate, posso dire che Whimprint, grazie alla flessibilità , riesce a seguirci anche quando le richieste si fanno complesse».
Ci può adesso dire qualcosa sulla situazione della serigrafia, della stampa digitale e, in particolare, del flatbed? «Sono argomenti che mi hanno sempre coinvolto profondamente e per due ragioni: la prima come imprenditore di un settore che opera nell'ambito della comunicazione pubblicitaria, e in particolare nella stampa digitale di grande formato; la seconda è che ho sempre avuto, e ho tuttora, una particolare sensibilità per la serigrafia, sia per motivi sentimentali, sia perchà© nella nostra azienda serigrafia e digitale si sono perfettamente integrati. Dunque, quando dieci anni fa abbiamo cominciato a renderci conto delle potenzialità della stampa digitale, come tanti altri pensai: la serigrafia è morta. Poi pian piano cominciai a rendermi conto che la stampa digitale, oltre al creare e sviluppare un suo mercato, stava generando un mercato diverso e complementare anche per la serigrafia, eliminando quindi quella specie di conflitto d'interessi sorto alla nascita della stampa digitale. Agli inizi il nostro pensiero era: come possiamo inserire la stampa digitale nella serigrafia? Oggi ritengo che il concetto vada completamente rovesciato: come possiamo inserire la serigrafia nella stampa digitale? «Per quanto riguarda il flatbed, da un paio d'anni ne seguo con attenzione lo sviluppo e la messa a punto, e abbiamo installato una macchina proprio recentemente» (v. Serigrafia & ce n° 5). Lei cosa preferirebbe avere sulla sua scrivania, una quadricromia realizzata in serigrafia o con stampa digitale?
«Di getto risponderei sempre serigrafia... è anche una scelta sentimentale, ma non solo. Ad esempio, in una stampa d'arte la serigrafia riesce a dare un'intensità di colori e una profondità d'immagine certamente più coinvolgenti graficamente ed emotivamente. Posso aggiungere, è un mio parere personale, che gli ottimi risultati ottenibili da un qualsiasi lavoro serigrafico realizzato "in Pantone" non si possono ottenere con il sistema digitale. Inoltre, in serigrafia posso riprodurre lo stesso lavoro a distanza di tempo anche con altre confezioni di inchiostro. Intervenire sugli inchiostri della stampa digitale risulta invece più complesso e meno preciso. Ovviamente i vantaggi del digitale sono tanti e ne hanno motivato il successo».
(N.F.)